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POLITICA

Esercitazione in aula

Politica
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di Francesco Tumbarello

Non è un mistero che la riforma proposta dal governo abbia suscitato divisioni e la contrarietà secca delle opposizioni, prima fra tutti quella del PD di Elly Schlein che l’ha definita un “pasticcio”.

Ma le divisioni non sono mancate anche nella maggioranza, in particolare dall’ ex presidente del Senato Marcello Pera, eletto proprio col partito della premier, che ha sollevato dubbi tecnici che aggravano il problema della stabilità. Il testo è innegabile che presenta dei difetti che entrano in contrasto anche con le stesse parole di Giorgia Meloni; innanzitutto il presidente della Repubblica perde poteri come quello di nomina del governo. Si perderebbe il principio di primazia del parlamento sul governo e vi è il pericolo di far saltare l’equilibrio costituzionale che prevede la parità d’investitura tra il premier e il presidente della Repubblica. È chiaro che così il governo non otterrà il semaforo verde dalle opposizioni ma rischia anche di creare malumori all’interno della stessa maggioranza; necessario quindi un percorso di dialogo più profondo.

Meloni agli italiani: è tempo
che siate voi a decidere, non i partiti

«Quanti di questi presidenti del Consiglio e quanti dei loro governi che hanno presieduto sono stati effettivamente scelti dai cittadini?».

Parte così l'ultima diretta social della premie Giorgia Meloni, in cui si è soffermata a lungo sulla riforma costituzionale proposta dal suo governo. Alle sue spalle la galleria dei ritratti ufficiali dei suoi predecessori. «Quanti di loro - ha aggiunto la premier - avrebbero fatto il presidente del Consiglio se fossero stati i cittadini a scegliere chi li avrebbe governati? Non lo sapremo mai. Quello che sappiamo per certo è che molti governi sono passati sulla testa degli italiani, sono stati frutto di giochi di palazzo, e quando rispondi al palazzo e non ai cittadini, è il

salvo il fatto che l'incarico di formare il governo viene automaticamente assegnato al candidato che si è affermato nelle urne. Il presidente del Consiglio è eletto direttamente dalpopolo, contestualmente alle Camere e la legge elettorale deve anche garantire che il presidente eletto abbia una maggioranza in Parlamento. E prevediamo una norma antiribaltone e anti governo tecnico. E da ultimo aboliamo i senatori a vita di futura nomina».  «Voi cosa volete fare, volete contare e decidere o stare a guardare mentre i partiti decidono per voi? Questa è la domanda che faremo se sarà necessario e quando sarà necessario», ha concluso Meloni suggerendo anche un referendum.

consenso del palazzo che tiinteressa, più di quello dei cittadini. E abbiamo visto i risultati». L’intento del governo, ha sottolineato la premier,  è quello di cambiare la Costituzione che è la base del sistema, cosa mai fatta in 75 anni.  «A me non interessa durare cinque anni se dopo di noi tutto tornerà uguale, se non approfittassimo della stabilità di questo governo per lasciare all’Italia una riforma che, comunque vada, consentirà agli italiani di scegliere direttamente chi li governa, e a chi li deve governare di avere cinque anni per realizzare il suo programma». Le idee dell’esecutivo sono chiare: «La riforma è semplice, prevede che i poteri del presidente della Repubblica non vengano toccati,

 F. T.
Marta Elli
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Decreto Anticipi

Superbonus, pressing di Fi
per la proroga a giugno 2024

di Lucrezia Frizziero

Forza Italia propone la concessione di altri sei mesi per la detrazione del superbonus al 110 per cento. L’emendamento nel Decreto Anticipi riguarda solo i condomini che abbiano raggiunto un livello di avanzamento dei lavori elevato, indicato con almeno il 60%, entro il 31 dicembre di quest’anno. La misura è stata promossa dai senatori Licia Ronzulli, Roberto Rosso e Claudio Lotito, insieme a  un aumento della web tax dal 3% al 15 per cento.  A determinare la portata della modifica saranno comunque i margini di bilancio.  M5S ha proposto nel D.L Anticipi, collegato alla legge di bilancio un emendamento quasi identico a quello di Forza Italia. Il senatore pentastellato Luigi Nave dichiara di prorogare la detrazione fino al 30 giugno 2024, stessa data suggerita da FI. Anche l’indicazione della percentuale dei lavori da eseguire per poter essere presi in considerazione  risulta la stessa: il 60% entro il 31 dicembre 2023. «Abbiamo ipotizzato una versione migliorativa», sottolinea, proponendo un ulteriore emendamento con una percentuale più bassa di avanzamento dei lavori (30 per cento). Nel caso del passaggio della manovra di Forza Italia, il M5S si mostra pronto al sostegno. Luigi Nave dichiara: «È ovvio che lo voteremmo, essendo simile al nostro».

Fondi Ue

Dl Caivano: via libera dalla Camera

di Niccolò Larocca

Il dl Caivano diventa legge. Con 193 voti favorevoli, 121 contrari e 5 astenuti, la Camera ha approvato il disegno di legge per convertire il decreto recante misure urgenti di contrasto al disagio giovanile, alla povertà educativa e alla criminalità minorile, nonché per la sicurezza dei minori in ambito digitale.

Tra le disposizioni, spiccano sanzioni più severe per i genitori che trascurano l’istruzione dei figli, l’estensione del daspo urbano anche ai minori di 14 anni e il divieto di uso di cellulari e computer per i giovani responsabili di violenze tra i 14 e i 18 anni.

Il ministro della Giustizia, Carlo Nordio, ha sottolineato il rafforzamento delle sanzioni per i genitori che non assicurano la presenza dei figli a scuola.

Il reato di dispersione assoluta, precedentemente punito con una sanzione, è ora elevato a delitto con una pena massima di reclusione fino a due anni.

L’obiettivo è supportare indirettamente il minore nel suo percorso educativo. Prevista la reclusione fino a un anno per le assenze ingiustificate del minore. La mancata regolare frequenza a scuola preclude alla famiglia l’accesso all’assegno di inclusione, un sussidio stabilito dal governo Meloni per aiutare chi non è in grado di sostenersi economicamente.

Il ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, ha chiarito che il daspo urbano potrà essere applicato ai minori già dai 14 anni. In caso di violenza, minaccia o resistenza a un pubblico ufficiale, è stato previsto il divieto di accesso in determinati luoghi pubblici, come scuole e sedi universitarie, per affrontare la commissione di reati nelle vicinanze di istituti educativi. Il provvedimento può essere notificato a coloro che esercitano la responsabilità genitoriale e può essere comunicato al procuratore presso il Tribunale per le persone, i minorenni e le famiglie del luogo di residenza del minore. Le scuole statali di Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sardegna e Sicilia possono attivare incarichi temporanei di personale Ata per contrastare la dispersione scolastica. «L’approvazione del decreto Caivano rappresenta la rivincita dello Stato sull’illegalità che da troppi anni regna nelle tante zone franche delle periferie italiane. Un decreto, quello approvato dal Parlamento e fortemente voluto dal governo Meloni, che punta a contrastare la criminalità, le devianze e l’abbandono scolastico giovanile, garantendo finalmente la sicurezza ai tanti cittadini per bene e puntando sulla riqualificazione del tessuto sociale e culturale», ha commentato il capogruppo di Fratelli d’Italia alla Camera, Tommaso Foti.

di Lucrezia Frizziero

Si terrà oggi a Roma la manifestazione del Partito Democratico a Piazza del Popolo. Elly Schlein, a La Repubblica, aveva annunciato la presenza del Pd in piazza oggi, sabato 11 novembre. Il tema della manifestazione sarà l'opposizione alla destra e alle sue politiche, con l’obiettivo di proporre un’alternativa alla manovra prevista dal Governo. Saranno presenti Giuseppe Conte con una delegazione del Movimento Cinque Stelle e Angelo Bonelli, affiancato da Nicola Fratoianni per la Sinistra.

Secondo la scaletta, interverrà sul palco il presidente del Pd Stefano Bonaccini e chiuderà la segretaria Schlein. Centrale il tema dell’immigrazione con critica dell’esternalizzazione delle frontiere. Il Pd attacca il modello degli accordi Italia-Albania siglato da Meloni e il primo ministro albanese Edi Rama.

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Elly Schlein durante la manifestazione

Un argomento caro al Pse che, riunitosi a Malaga, ha suscitato numerose controversie portando all’espulsione di Rama dal partito, sostenuta anche dal cancelliere tedesco Olaf Scholz.

Trova posto anche il tema delle disuguaglianze sociali. La segretaria del Pd era intervenuta qualche mese fa al Monk di Roma proprio su tale ambito: “Tenere insieme la sua comunità e le sue diversità ma senza più rinunciare a un profilo e a una identità chiari. Comprensibile, coerente. È questo che dobbiamo fare insieme. Ed è una sfida da non leggere nella semplice divisione tra quanto riformismo e quanta radicalità ci servono - ha proseguito la Schlein - ma nello sfidare tutte le culture di provenienza su un terreno ineludibile per tutte”.

Sfida per Schlein anche quella dell’organizzazione. Il Pd dichiara di voler portare in piazza più persone possibili, grazie all’ausilio di 175 pullman appositi e sette treni speciali dedicati.

Per garantire l’ordine e la sicurezza durante l’evento è predisposta la presenza di 150 volontari con occhio particolare ad eventuali vessilli antisemitici.

La guerra in Medio Oriente sarà un altro degli argomenti che la Schlein intenderà trattare. La richiesta dem è che ci siano solo bandiere arcobaleno accanto a quelle del Pd. Infine, saranno allestiti gazebo per poter firmare sul salario minimo ed eventualmente tesserarsi.

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