ATTUALITÀ
Esercitazione in aula
Il commento
L’omicidio avvenuto questa mattina ci riporta a un triste e preoccupante fenomeno, quello della criminalità giovanile. Tra il 2022 e il 2023, 73 province italiane hanno registrato attività violente ad opera di baby gang. È solo una parola, inventata ad-hoc, ma la sua definizione non riesce ad inquadrare il fenomeno. Il report di Trasncrime (Centro di ricerca su criminalità) sottolinea come «mancano una chiara definizione di questo fenomeno e dati che permettano di monitorarlo». Arrivare alla radice del problema è essenziale per arginare il problema, capire quali siano le motivazioni che spingono a delinquere, lo è ancora di più. L’unica certezza viene dai fatti: sempre più spesso questi gruppi giovanili hanno compiuto atti di bullismo, risse e atti vandalici. Il perché è ancora da capire. Possiamo immaginarlo, e credere che le cause possano essere esclusione sociale, supporto alle famiglie, opportunità lavorative e sociali. Forse dopo la rabbia (giustificata) dovremmo iniziare a farci le domande giuste e, soprattutto, porle alle persone giuste.
Sparatoria a Napoli, morto diciottenne
La Questura: «Conosceva il killer»
Un agguato. A pochi passi da casa, all’alba. In zona Tribunali, a Napoli. Gli hanno sparato alla testa: un colpo alla fronte. Così è morto Arcangelo Correra. Aveva da pochi giorni compiuto 18 anni. Il cugino era Luigi Caiafa, il 17enne ucciso da un agente di polizia durante una rapina nel 2020. Correa era incensurato ma gli investigatori accostano il suo nome agli ambienti della microcriminalità partenopea.
Ad aver sparato sarebbe stata una persona che il giovane conosceva: o almeno questa è la pista che sta vagliando la polizia. Si tratta del terzo giovane ammazzato nel Napoletano nel giro di pochi giorni, dopo Emanuele Tufano e Santo Romano.
È la squadra mobile a indagare. L’ipotesi è che ad aver premuto il grilletto sia stato un conoscente. Ma al momento è uno dei tanti interrogativi aperti. Il 18enne era incensurato ma il suo giro di amicizie lo colloca nel cosmo della piccola microcriminalità partenopea. Il cugino però è Luigi Caifa: il 17enne che l’ottobre del 2020 venne ucciso da un agente di polizia mentre stava rapinando tre ragazzi in una Mercedes. Il baby rapinatore era su uno scooter insieme a Ciro De Tommaso, figlio del collaboratore di giustizia Gennaro, detto ‘a Carogna. Intercettato dalla polizia, estrasse la pistola ma l’agente in servizio sparò, uccidendolo
Erano le cinque quando via dei Tribunali si sveglia a colpi di pistola. All’angolo di piazza Sedil Capuano, un’arteria dell’antico centro storico della città, qualcuno ha sparato ad Arcangelo Correra. Un colpo alla testa, alla fronte. Chi ha sparato lo ha guardato in faccia. Poi si è dileguato. Il 18enne viene soccorso dal 118. Le sue condizioni sono disperate. Viene trasferito all’ospedale Pellegrini ma morirà dopo poche ore, verso le 10 circa. Intanto al nosocomio vengono inviate le pattuglie della polizia per presidiare il reparto. Nel giro di qualche ore si sono radunati intorno all’ospedale amici e parenti del giovane: si temono problemi di ordine pubblico.
di Luca Amodio
L R
di Andrea Filippi
La nuova legge
Arriva il medico di base
per i senza tetto
Approvata il 6 novembre in Senato all'unanimità una legge che garantisce l’accesso ai servizi sanitari, incluso il medico di base, anche alle persone senza fissa dimora regolarmente presenti in Italia. La legge, promossa dal deputato PD Marco Furfaro, elimina l'obbligo di indicare un indirizzo di residenza per l’iscrizione al Servizio sanitario nazionale (Ssn), che in passato rendeva difficile l’accesso alla sanità per i senza dimora. Furfaro ha ringraziato Antonio Mumolo, presidente di “Avvocato di strada,” associazione che dal 2001 tutela legalmente i senza dimora, e promotore della stessa proposta già 15 anni fa. Negli ultimi anni alcune regioni, tra cui Emilia-Romagna, Abruzzo e Liguria, avevano introdotto leggi per garantire la copertura sanitaria ai senza dimora, ma senza una legge valida per tutto il territorio nazionale. La normativa, un fondo di un milione di euro all’anno per un programma sperimentale nelle principali città italiane nel 2025 e 2026, permetterà alle persone senza dimora di poter accedere ai livelli essenziali di assistenza (Lea), una novità che interessa circa 100.000 persone. In passato, i senzatetto ottenevano assistenza sanitaria tramite un indirizzo fittizio, ma questa soluzione temporanea non era accessibile a tutti e non garantiva una tutela stabile, la nuova legge segna dunque un passo importante per il rispetto dei diritti umani e per una sanità più inclusiva in Italia.
Re. Gr.
Violenza sulle donne
Vivere ogni giorno come fosse l’ultimo,
la storia di Chiara Balistreri
di Rossella Di Gilio
Chiara, giovane ragazza bolognese di 21 anni, è vittima di violenza domestica da quando era ancora minorenne. Due anni e mezzo fa la giovane decide di spezzare la catena di violenza denunciando l’ex fidanzato Gabriel. Non si tratta di un episodio isolato, ma di violenza perpetuata nel tempo, un climax ascendente di sopraffazione e abuso. Tutto comincia con uno schiaffo, che Chiara ingenua e adolescente decide di perdonare, dopo aver ricevuto le scuse e la promessa che non sarebbe più accaduto. Prosegue con un sequestro di persona e culmina con un atto di atrocità che stava per costarle la vita. Nel febbraio 2022 Chiara viene spinta per le scale, mentre Gabriel la prende a calci e pugni in pieno volto, fino a romperle il naso ed incrianarle le cosole. «Se piangi, faccio peggio» le ripeteva, mentre lei incassava i colpi reggendosi alla ringhiera. La scena avviene in presenza della madre di Gabriel e del suo attuale compagno, i quali hanno evitato l’epilogo più tragico di tutti, ma allo stesso tempo hanno invitato Chiara al silenzio. «Ho denunciato, ma se tornassi indietro ci penserei più volte prima di farlo perché ho solo fatto incattivire il mio carnefice» sono queste le parole che Chiara pronuncia nel primo video
pubblicato il 28 ottobre raggiungendo oltre 3,5 milioni di visualizzazioni. Amareggiata per la decisione del tribunale, che ha disposto per Gabriel soltanto gli arresti domiciliari, Balistreri decide di farsi giustizia da sola: «il giudice gli ha dato la possibilità di tornare a casa con gli arresti domiciliari, di farlo scappare la seconda volta dopo che si è dichiarato latitante per due anni e mezzo».
Chiara convive con la paura che ogni giorno possa essere l’ultimo, non si sente al sicuro in nessun posto, spiegando quanto sia difficile cercare di andare avanti e condurre una vita normale. Paure alimentate dalla mancanza di tutele, a partire dalbraccialetto elettronico di sicurezza. Le minacce da parte di Gabriel, infatti, non sono mai cessate: «Mi diceva che sarebbe ritornato a bruciarmi con l'acido, a uccidermi per averlo denunciato». Poco dopo la pubblicazione delle denunce sui social, arriva l’avviso da parte della polizia di Bologna dell’avvistamento di Gabriel in città.
«La polizia ha cercato di mettermi al sicuro con pattuglie sotto casa e poliziotti davanti al luogo in cui lavoro» racconta Chiara Balistreri, sottolineando il ruolo cruciale dei social in questi casi. «Mi registro da viva prima che diventi un altro caso di femminicidio» è il suo ultimo appello.
Da posto fisso
a posto "figo"
per i giovani
di Rebecca Graziano
È stato recentemente firmato un nuovo contratto collettivo nazionale per i dipendenti della Pubblica Amministrazione centrale, un accordo importante che introduce rilevanti cambiamenti organizzativi e nuovi incentivi economici per i lavoratori. L’accordo è stato raggiunto tra l’Agenzia per la rappresentanza negoziale delle pubbliche amministrazioni e diversi sindacati del settore pubblico. Cgil e Uil hanno deciso di non aderire. Il nuovo contratto, valido per il triennio 2022-2024, interessa solo gli enti centrali, come i ministeri, escludendo per ora gli enti locali come comuni e regioni.
Tra i benefici previsti, gli aumenti salariali e una maggiore apertura all’avanzamento di carriera. La novità più significativa è l’introduzione della cosiddetta “settimana lavorativa corta”: i dipendenti potranno, su base volontaria e in accordo con i responsabili, concentrare le
In fila alla posta
proprie 36 ore settimanali in quattro giorni anziché in cinque, mantenendo lo stesso stipendio. In un’intervista, il ministro Paolo Zangrillo, ha espresso il proprio sostegno, "è un modo per rendere il lavoro pubblico più attraente e moderno, soprattutto agli occhi delle nuove generazioni. Bisogna passare dal concetto di ‘posto fisso’ a quello di ‘posto figo’, - ha detto il ministro, facendo riferimento a una recente campagna del ministero, - offrendo percorsi di assunzione più rapidi, una maggiore flessibilità e un miglior equilibrio tra lavoro e vita privata”. Questo nuovo contratto nella Pubblica Amministrazione
si presenta quindi come una sperimentazione significativa ma limitata, che potrebbe fungere da modello per l’estensione delconcetto anche ad altre categorie lavorative. L’accordo prevede inoltre un’estensione del lavoro da remoto, già sperimentato durante la pandemia, e il pagamento dei buoni pasto anche nei giorni di smart working, misura questa particolarmente apprezzata dai lavoratori. La flessibilità organizzativa e la possibilità di lavorare da casa sono considerate elementi importanti per migliorare il benessere dei dipendenti e attrarre giovani, i quali sono sempre più attenti al bilanciamento tra vita professionale e personale.