ATTUALITÀ
Esercitazione in aula
Migranti

di Lorenzo Roda
Il crollo del centro di accoglienza di Viterbo è l’ultimo dei casi che hanno messo in evidenza l’inadeguatezza del sistema di accoglienza in Italia.
Secondo i dati del Viminale, aggiornati al 10 novembre 2023, sono 146 mila i migranti sbarcati in Italia a partire dal 1 gennaio 2023.
Una simile emergenza mette in risalto tutti i problemi del sistema di accoglienza italiano. Il problema maggiore è senza dubbio quello del sovraffollamento delle strutture, a partire dagli hotspot fino ai CAS (Centri di accoglienza speciale).
All’aumento degli sbarchi non è corrisposto un vero adeguamento del sistema di accoglienza. Non sono aumentati i centri di accoglienza, le strutture sono poco capienti e, in alcuni casi, fatiscenti. Le crescenti fughe e ribellioni che si sono verificate all’interno di queste strutture, ne sono la diretta conseguenza.
Anche gli hotspot presentano seri problemi di sovraffollamento. Ad esempio, l’hotspot di Lampedusa può accogliere appena 400 migranti e nonostante si sia dimostrato inadeguato, non è stato previsto alcun ampliamento.
Esplosione in un centro d'accoglienza
a Viterbo, 31 feriti
Paura a San Lorenzo Nuovo (Viterbo) dove questa notte una forte esplosione ha causato il crollo di una palazzina adibita a struttura di accoglienza per migranti.
Sul posto sono immediatamente intervenuti i vigili del fuoco, il personale medico del 118 e le forze dell’ordine. All’interno della struttura erano presenti 31 persone e tutte hanno avuto bisogno di assistenza. Quattro di loro sarebbero rimaste gravemente ferite tra cui una è in condizioni gravissime. I feriti sono stati trasportati negli ospedali di Roma, Viterbo e Orvieto. Sono intervenuti anche alcuni elicotteri del servizio di elisoccorso che hanno trasportato i feriti più gravi. Sul posto anche l’unità cinofila dei vigili del
presente nessun impianto a gas. All’esterno, un serbatoio gpl. Danni ingenti anche in alcuni locali adiacenti la struttura, tra cui una falegnameria ed un’azienda vinicola. Queste le parole di un affittuario che vive vicino al luogo del crollo: «Abbiamo subito danni ingenti, i muri sono crollati. Noi siamo in affitto in un locale vicino, è un miracolo che non ci siamo morti. Ieri sera sono passato e ho visto i migranti per strada. Una scena terribile». La procura di Viterbo ha aperto un fascicolo per disastro colposo. Le indagini sono coordinate dal procuratore Paolo Auriemma e dalla pm Paola Conti. Il sindaco di San Lorenzo Nuovo, Massimo Bambini ha espresso la vicinanza di tutta la comunità alle famiglie coinvolte.
fuoco che ha escluso la presenza di persone sotto le macerie.
Tra i migranti soccorsi, tutti di nazionalità diverse, molti sono minorenni, tra cui una bambina di appena un anno, perché la struttura era adibita all’accoglienza di nuclei familiari.
Nella notte è stata allertata la protezione civile e la prefettura di Viterbo ha riunito il Coc (Centro Operativo Comunale).
La probabile causa dell’esplosione sarebbe quella della fuga di gas, ma secondo Giulio Cuore, amministratore delegato della Ospita Srl, proprietario della struttura crollata, questa eventualità è da escludere. All’interno della palazzina, c’erano solo apparecchi elettrici e non era
L R

Il delitto di Senago
Nove coltellate non bastarono
a uccidere Giulia Tramontano
di Marta Elli
Le prime nove coltellate inferte a Giulia Tramontano non le furono fatali. La ragazza era ancora viva quando la furia di Alessandro Impagnatiello, suo compagno e assassino, si è accanita su di lei. È su questo elemento che si basa la contestazione dell’aggravante della crudeltà per l’omicidio della 29enne di Senago presentata dal gip di Milano, Angela Minerva. Sul 30enne, che il 27 maggio scorso ha ucciso con 37 coltellate la fidanzata incinta al settimo mese del loro primogenito, pesano adesso quattro aggravanti: premeditazione, crudeltà, futili motivi e rapporto di convivenza. L’inizio del processo è previsto per gennaio 2024 e il barman ora rischia l'ergastolo. Come si legge negli atti, Impagnatiello si stava documentando da mesi sugli effetti mortali dei topicidi sugli uomini, e avrebbe cominciato a somministrarne alla ragazza in quantità sempre maggiori. Inoltre, la sera dell'omicidio, tentò più volte di bruciare il corpo nella vasca da bagno. Infine, con il cadavere «avvolto in buste di plastica» e nascosto nel bagagliaio, guidò fino ad un edificio che ospita alcuni box, scaricando il corpo in una intercapedine. Tutto sembra drammaticamente coincidere. La difesa è al lavoro per chiedere una perizia psichiatrica per valutare la capacità di intendere e volere dell’imputato al momento dell’omicidio.
No alle cure in Italia
Indi, iniziato il distacco delle macchine
di Marta Elli
È iniziato il distacco di Indi Gregory dai macchinari che la tengono in vita insieme alla speranza dei suoi genitori. Non è stato accolto l’appello dei genitori della bambina inglese di 8 mesi affetta da una gravissima malattia mitocondriale progressiva, che inoltre, chiedevo di trasferire la piccola in Italia al Bambino Gesù di Roma. Nell’udienza di ieri, i giudici inglesi avevano discusso della possibilità di trasferire la giurisdizione del caso a un tribunale italiano. Sulla delicata questione era intervenuta nei giorni scorsi anche la premier Giorgia Meloni, che aveva offerto collaborazione ai referenti inglesi per un trasferimento della neonata nel nostro paese e la concessione della cittadinanza italiana. Questo avrebbe permesso alla piccola di essere presa in cura all’Ospedale “Bambin Gesù”. Tutto invano. A nulla è valso il ricorso alla Convenzione dell'Aja per la protezione dei minori e l’appello disperato del papà alla Bbc «Non merita di morire, è ancora una bambina che respira, le batte il cuore. Lei vuole vivere». Secondo i giudici i tribunali inglesi possono valutare meglio l' «interesse superiore» della bambina. «Non è necessario quindi l’intervento di un tribunale italiano».
Nell'udienza di ieri, i giudici inglesi avevano fissato come termine per il distacco dei dispositivi vitali lunedì 13 novembre, ma i legali della famiglia hanno poi spiegato che l'interpretazione corretta della sentenza suggeriva che il distacco dovesse essere effettuato il prima possibile. Nei giorni scorsi i genitori Dean e Claire avevano presentato ricorso contro la decisione dei giudici che aveva stabilito «che il supporto vitale di Indi deve essere rimosso presso il Queen's Medical Center di Nottingham, dove è ricoverata». Impossibile il trasferimento della bambina in un altro paese o nella propria casa: per il tribunale questo comporterebbe troppe complicazioni. Il dibattito in Italia è molto acceso e sono tanti gli appelli “pro vita”. In primis la Cei, che richiama al valore della vita e sottolinea come oggi ci siano «troppe vite negate». In prima linea anche il Codacons: «Al di là degli aspetti etici della questione – scrive in una nota - si apre un aspetto meramente tecnico-legale che riguarda la possibilità di un giudice straniero di pronunciarsi sulla vita di un cittadino italiano. Come noto, infatti, la neonata ha ottenuto la cittadinanza italiana grazie al Governo che ha emesso misure di emergenza, tramite il console italiano a Manchester, che ne autorizzano il trasferimento all'Ospedale pediatrico Bambino Gesù di Roma».
Il Vaticano ha quindi fornito le linee guida che la Chiesa dovrà seguire da ora in poi. Innanzitutto, le persone transessuali, sottoposte a trattamento ormonale e a intervento chirurgico, potranno chiedere e ricevere il battesimo.
di Paola Sorace
Via libera al battesimo per transgender e figli di coppie omosessuali: è la presa di posizione di Papa Francesco, attraverso una direttiva emanata dal Dicastero della Dottrina della Fede, in favore della comunità LGBTQ+. Con tale disposizione, verrà data anche la possibilità agli omosessuali e transgender di essere padrini, madrine e testimoni di nozze.
Si tratta di un documento a firma del prefetto Victor Fernandéz e approvato dal sommo pontefice il 31 ottobre scorso, in risposta ai quesiti posti dal vescovo di Santo Amaro in Brasile José Negri a luglio.

Il rito del battesimo
Questo, si legge nella direttiva, solo se «non vi sono situazioni in cui c’è il rischio di generare pubblico scandalo o disorientamento nei fedeli». Anche a omosessuali che convivono con un'altra persona sarà data la possibilità di essere padrini, a patto che conducano «una vita conforme alla fede e all’incarico che assume». Il dicastero precisa poi che anche i figli delle coppie omosessuali potranno ricevere il battesimo, purché ci sia la speranza che vengano educati alla fede cattolica. Sulla figura dei padrini di battesimo e di testimoni di nozze omosessuali, quindi, le indicazioni del Vaticano si discostano nettamente dal passato: «A determinate condizioni, si possono ammettere»,
si legge nel documento. Nessun problema, inoltre, per le persone transessuali che potranno essere testimoni di un matrimonio, poiché nulla lo vieta nella «vigente legislazione canonica universale».
Il documento raccomanda debita prudenza per salvaguardare il sacramento del battesimo e soprattutto la sua ricezione, che è «bene prezioso da tutelare».
Inizia quindi una nuova era per il Vaticano, che apre ancor di più le porte a fedeli di tutte le identità di genere e orientamenti sessuali. Parrebbe proprio che il noto appello di Papa Francesco (“Todos, todos, todos”), con cui più volte il pontefice ha chiesto che la Chiesa accogliesse tutti, sia stato finalmente ascoltato.